Decreto Banche: No all’arbitrato senza Associazioni Consumatori

di | 14 Mag 2016

Il decreto pubblicato in Gazzetta conferma quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia, in merito sia ai criteri per l’accesso ai rimborsi forfettari che all’arbitrato e sia all’importo dell’indennizzo forfettario, lasciando però intatti alcuni interrogativi.

La limitazione dell’indennizzo ad una percentuale predeterminata (80%) e l’esclusione da tale meccanismo per chi ha acquistato i titoli dopo il 12 giugno 2014, infatti, non tengono in debita considerazione non solo gli effettivi danni subiti, essendo la qualificazione giuridica dell’indennizzo più limitata rispetto al danno, – dichiara Walter Meazza, Presidente Adiconsum – ma lascia anche i risparmiatori senza quella tutela efficace dei loro rappresentanti e cioè delle Associazioni Consumatori, optando per l’arbitrato invece che per la conciliazione paritetica, la procedura adottata con successo in tante altre vicende di risparmio tradito. Né sono di “conforto” i criteri di individuazione degli “arbitri” al cui interno una quota (sempre a tutela dei risparmiatori) doveva obbligatoriamente spettare alle Associazioni medesime, in quanto, di fatto, i nomi saranno scelti dal Governo, che è lo stesso che ha dato la “stura” ad un provvedimento tanto opinabile quanto presumibilmente “macchiato” di incostituzionalità.

Ci preoccupa poi – conclude Meazzala probabilità che le azioni penali in corso possano subire uno stallo o, addirittura, se trattasi di reati procedibili a querela, come la truffa, possano venir meno (per estinzione) a seguito della rinuncia dei piccoli risparmiatori. Ciò comporterebbe l’impunità di chi ha sbagliato che, come spesso accade nel nostro Paese, non pagherebbe per gli illeciti commessi. Un’altra occasione mancata per il sistema bancario di recuperare la già precaria fiducia in esso riposta dai consumatori.