La posizione dell’Italia in Europa, un quadro di sintesi

di | 14 Apr 2017

La posizione dell’Italia in Europa, un quadro di sintesi Negli ultimi anni, per molti degli indicatori presentati in Noi Italia, si sono conseguiti progressi importanti a livello nazionale. Questi risultati, tuttavia, non si sono sempre tradotti nel miglioramento della posizione dell’Italia nel contesto europeo, soprattutto rispetto ai principali partner. Nella maggioranza dei casi, la comparazione mostra ancora l’Italia sistematicamente collocata al di sotto della media europea, a meno di qualche apprezzabile eccezione.

Permangono divari importanti riguardo alla performance del sistema produttivo nel suo complesso e si rilevano, tra le altre, debolezze nell’ambito dell’economia della conoscenza, della formazione e nel mercato del lavoro. L’Italia occupa però una posizione di primo piano in tema di eccellenze agroalimentari, con il maggior numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg assegnati dall’Unione europea. Importante fattore di competitività delle realtà agricole locali, i prodotti di qualità contribuiscono inoltre al mantenimento e al rafforzamento degli insediamenti umani e dell’attività agricola delle aree interne.

L’attenzione alla tutela dell’ambiente è, in generale, un altro ambito in cui l’Italia occupa una posizione in linea o leggermente più favorevole rispetto alla media dell’Unione. I progressi più importanti si sono raggiunti in tema di strategia europea per la promozione di una crescita economica sostenibile, nell’area dei cambiamenti climatici e dell’energia: la riduzione delle emissioni di gas serra è sostanzialmente in linea con quanto realizzato a livello europeo. Il nostro Paese mostra miglioramenti di rilievo, che si riflettono in posizioni al di sopra della media europea, anche nel campo della salute e del welfare: nonostante la spesa sanitaria pubblica italiana sia inferiore a quella di importanti paesi partner, gli indicatori di mortalità (infantile, per tumori e per malattie circolatorie) continuano, infatti, a contrarsi e si mantengono più bassi della media europea.

Tra gli indicatori sugli stili di vita l’Italia presenta la percentuale più bassa di adulti in eccesso di peso, mentre la diffusione dell’abitudine al fumo vede il nostro Paese in una posizione centrale. L’Italia si conferma del resto tra i paesi europei più longevi, sia per gli uomini sia per le donne. Gli altri indicatori demografici mettono in luce, tuttavia, un quadro di scarsa dinamicità, con un indice di vecchiaia secondo solo a quello della Germania, un indice di dipendenza tra i più alti, un tasso di crescita naturale negativo e peggiore della media europea e una fecondità tra le più basse, con un valore ben inferiore alla soglia del ricambio generazionale. La posizione nazionale risulta debole in tema di Istruzione e mercato del lavoro, 14 aprile 2017 2 nonostante nell’ultimo anno il quadro complessivo abbia mostrato diversi segnali positivi; i miglioramenti tuttavia non sono stati in grado di colmare i divari preesistenti nei confronti dei partner europei.

La strategia Europa 2020 fissa diversi obiettivi relativamente a questi ambiti e negli ultimi anni alcuni di questi sono stati raggiunti. La quota di giovani che abbandonano precocemente gli studi in Italia ha superato già nel 2014 l’obiettivo nazionale del 16% fissato per il 2020 e nel 2016 la percentuale è ulteriormente scesa: il tasso di abbandono scolastico rimane però superiore alla media Ue. Nel 2016 il 26,2% delle persone di 30-34 anni ha conseguito un titolo di studio universitario, in linea con quanto stabilito come obiettivo per l’Italia, ma lontano dal 40% fissato per la media europea; inoltre il nostro Paese si colloca in ultima posizione rispetto ai partner europei. La strategia europea include tra i suoi obiettivi l’aumento del tasso di occupazione, con la raccomandazione di un’ampia partecipazione delle donne e delle persone di 50 anni e più.

Nonostante il miglioramento dell’ultimo anno, l’Italia è ancora lontana dal raggiungimento dell’obiettivo nazionale oltre che distante dalla media europea, confermando anche la presenza di un elevato squilibrio di genere. Tra gli Stati membri più grandi, la Germania ha raggiunto l’obiettivo già dal 2013. Come anticipato, anche con riguardo all’ambito dell’economia della conoscenza e all’innovazione emergono elementi di criticità. La spesa in R&S in rapporto al Pil si sta avvicinando all’obiettivo nazionale per il 2020 (1,53%), ma il progresso è ancora insufficiente a ridurre la distanza con gli altri principali paesi europei. Ritardi rispetto alla media europea contraddistinguono anche la formazione e l’occupazione di persone con alta professionalità tecnico-scientifica, mentre famiglie e imprese italiane rimangono lontane dai paesi più evoluti nell’utilizzo del web. L’attività innovativa delle imprese appare, tuttavia, sostanzialmente in linea con la media europea.