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Cos’è lo Wyda? In che cosa consiste? Quali sono i suoi benefici?

Nella lingua celtica Wyda significa “attraversare il cielo” ed è una sorta di yoga nordico, che aiuta a riconnettere l’uomo alla natura. Ma come funziona esattamente? Quanto si avvicina allo yoga vero e proprio? Ha gli stessi benefici? Quali posizioni comprende?

Cos’è lo Wyda

Attualmente lo Wyda può non essere una pratica molto nota, soprattutto in Italia, ma l’istruttore Stefan Toggler dichiara che questa pratica era già eseguita nell’antichità dai Druidi, i sacerdoti della mitologia celtica, in vari paesi d’Europa, incluso il nord d’Italia.

I suoi benefici non sono differenti da quello dello Yoga, e di sicuro è utile praticarlo in estate, all’aria aperta. Esso si concentra sull’ “aprire” tre centri vitali, ovvero il campo vitale, nell’area dell’ombelico, che dovrebbe controllare gli ormoni e la salute degli organi, il campo emozionale, situata nella zona del torace, che permette di tenere equilibro i sentimenti e gli stati d’animo, e il campo mentale, tra gli occhi, che regola le facoltà del cervello e dei sensi. Secondo chi lo pratica, se questi campi sono bloccati emotivamente o fisicamente, sorgono i problemi di salute, e gli esercizi del Wynda aiutano a permettere alle energie sottili di fluire e quindi migliorare la salute. Anche i suddetti esercizi possono essere simili a quelli dello Yoga e del Qi Gong.

C’è anche chi consiglia di abbinare questi esercizi alla dieta nordica, ricca di verdure e povera di zuccheri, e che comprende cibi come lo yogurt, i frutti di bosco, i fiocchi d’avena, le nocciole, le uova, le mele, cracker di segale e skyr.

Le posizioni

Lo Wyda si può eseguire al mattino, prima di iniziare la propria routine, per una ventina di minuti. Comprende varie posizioni, ma si inizia stando in piedi, inspirando e facendo un grande passo di lato con la gamba sinistra, tenendo fermi quella destra, ed aprendo le braccia all’altezza delle spalle, spalando le dita delle mani. Si espira e si riporta la gamba nella posizione iniziale chiudendo le mani nel mudra, ossia “il pugno del druido”, che si esegue chiudendo i pugni, avvicinando le nocche perché si tocchino e tendendo pollici e polpastrelli. Si portano all’altezza della fronte e si rotea il dorso verso l’interno, toccando con il pollice l’arco delle sopracciglia. Si fanno cinque respiri e si ripete l’esercizio due volte, portando le mani davanti al cuore a alla pancia, dove si trovano il campo emozionale e vitale, a pugno.

Tra le altre posizioni ci sono quella del cuore, dell’orso e del suono. La prima, dopo aver fatto il mudra, consiste nel distendere le braccia sopra la testa, verso, il cielo, e poi portarle sul pavimento, ispirando ed espirando, il tutto tre volte. La seconda si esegue seduta sui talloni, poggiando le mani sulle cosce, ispirando ed espirando per distribuire le energie per tutto il corpo, e la terza invece si concentra sul campo mentale, per cui mentre si ispira si portano le braccia verso gli occhi, chiudendo le mani a mudra, emettendo la parola “O”.

Claudia:
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