Fake News, l’inventore di internet lancia la campagna a favore della trasparenza

di | 14 Mar 2017

Il baronetto inglese Tim Berners-Lee, la mente geniale che 28 anni fa diede alla luce il web lancia il suo appello per salvare la sua creatura. Intervistato dal quotidiano online The Guardian, Tim ammette di non riconoscere più pienamente la sua invenzione: Troppe notizie false (fake news), eccesso di divulgazione della privacy degli utenti, e troppi messaggi con fini politici. Quando ho ideato il web, il mio scopo era quello di creare una catena immensa di contenuti sociali che potesse eliminare ogni forma di barriera culturale, riuscendo a comunicare in ogni parte del mondo con due click del mouse.

Lo scienziato inglese in realtà ha raggiunto pienamente il suo scopo, oggi infatti, internet risulta essere la più grande interazione sociale della storia. Tuttavia come accade anche nella vita reale, nel percorso evolutivo capitano degli imprevisti. Nel caso della sua internet gli intoppi sono stati proporzionali all’avidità dell’essere umano.

Le fake news, secondo Tim Berners-Lee, sono il male peggiore del web, notizie false che possono distorcere totalmente la realtà degli eventi, creando confusione e spesso disagi. Oggi le fake news stanno avendo sempre più rilevanza, in alcuni casi sono state cosi potenti da cambiare anche esiti di elezioni politiche (Ad esempio Facebook è finita nel mirino degli americani, per aver consentito la diffusione di notizie false in maniera da favorire la vittoria di Donald Trump). Solitamente lo scopo delle fake news è quello di attirare nuovi utenti con lo scopo di aumentare gli introiti pubblicitari. Per risolvere il problema, il papà di internet si rivolge ai colossi più importanti del settore, Facebook, Googl,e twitter, invitandoli a creare degli algoritmi capaci di smascherare questa pratica, e dunque rendere il web un posto migliore.

Altro problema da risolvere secondo Tim, la questione della privacy, esiste un mercato enorme che sfrutta la superficialità degli utenti, che danno in pasto i propri dati personali ad aziende che poi rivendono per scopo di lucro, ed ecco che vi ritrovate quotidianamente inondati da chiamate inopportune. Non solo, spesso i vostri dati finiscono nelle mani di agenzie governative, che possono riuscire a spiare ogni vostro movimento.

La strategia di Barners-Lee, illustrata in un discorso tenuto per il 28esimo anniversario della nascita della sua creatura, punta tutta sulla “trasparenza”: per frenare l’abuso della diffusione di dati personali in nome di un malinteso senso della “liberta’ di parola”; per denunciare l’uso di algoritmi che promuovono la diffusione di comunicazioni sensazionalistiche e inattendibili attraverso la messa in evidenza di parole chiave-esca; per definire controlli interni al sistema sulla forme occulte e “immorali” di pubblicità politica