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Filo per suture: di che materiali è fatto? Come usarlo correttamente? E quando?

Il filo per suture è molto importante, per questo motivo deve essere composto da un materiale anallergico e sicuro. Ma come usarlo e quando viene richiesto? Ecco le sue caratteristiche e metodo di impiego.

Che cos’è un filo per suture

Una sutura è un metodo di medicina chirurgica che viene utilizzata per riavvicinare i lembi di una ferita più o meno profonda, al fine che si possa cicatrizzare. Come accennato, il suo compito principale è quello di velocizzare il processo di cicatrizzazione e anche per evitare una contaminazione del sito chirurgico. Non solo, il suo effetto è altresì emostatico e impedisce al contenuto settico possa inquinare il derma circostante evitando infezioni di vario genere.

Per questa procedura professionale e altamente delicata si utilizza il filo di sutura che si impiega soprattutto in ambito chirurgico. I fili possono essere di origine animale – vegetale – sintetica oppure si differenziano in base al loro rivestimento oppure se sono assorbibili o meno.

Filo da sutura, caratteristiche e utilizzo

I fili da sutura devono rispondere a delle caratteristiche particolari come resistenza e robustezza senza dimenticare la regolarità del calibro e la sua scorrevolezza per una cucitura immediata e costruttiva.

Tra le sue caratteristiche vengono anche evidenziate le seguenti:

  • Maneggevolezza
  • Impermeabilità
  • Tenuta del nodo

La tecnica di sutura dipende da diversi fattori che sono soprattutto la localizzazione anatomica della ferita e lo spessore di tutti i tessuti che vengono coinvolti. Non solo, si parla anche del grado di tensione nonché il risultato estetico finale che si desidera per il paziente. La sutura segue anche l’ago e il posizionamento del nodo.

Lo stesso ha tre posizioni principali:

  • La punta che è la parte affilata che entra in contatto con il tessuto
  • Il corpo che è la parte che sorregge tutto l’ago
  • La base dove viene infilato il filo da sutura

Perché il filo da sutura arrivi all’obiettivo finale deve penetrare sulla pelle con una angolazione del 90°, riducendo quanto più possibile il foro di entrata. L’ago è inserito per 3 mm massimo al bordo della ferita che si distingue in merito allo spessore della pelle.

La sua profondità e il lavoro del filo da sutura dipendono dalla tipologia di ferita dando la possibilità allo stesso di compiere dei giri su se stesso per andare a far combaciare i due lati. Oggi in medicina i fili da sutura sono identificati con un sistema europeo di identificazione, che non include caratteristica e natura bensì una numerazione per la millimetrazione. Una volta che il filo è stato posizionato nella maniera corretta, questo va fissato con un nodo finale. Naturalmente le suture possono essere suddivise in continue oppure interrotte con un taglio punto dopo punto.

Non solo:

  • Filo da sutura semplice con entrata e uscita da due lembi differenti
  • Filo da sutura materassaio con passaggio dell’ago da un lembo all’altro spostandosi di 0,5 cm in maniera laterale facendo un nodo descritto in sutura semplice
  • Intradermica invece che è una sutura che viene adoperata spesso e volentieri nella chirurgia estetica con fili sottili che passano direttamente nel derma.
Danila:
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