Con l’arrivo della primavera, milioni di persone iniziano a fare i conti con un disturbo tanto fastidioso quanto diffuso: le allergie stagionali. Occhi che lacrimano, starnuti a raffica, naso chiuso o che cola e senso di spossatezza sono solo alcuni dei sintomi che rendono questa stagione difficile per chi è allergico.
Il colpevole principale? Il polline, ma non solo. Le allergie primaverili possono essere scatenate anche da muffe, acari e altri allergeni che proliferano con l’innalzarsi delle temperature e l’aumento dell’umidità. In questo articolo, facciamo chiarezza su quali sono i principali allergeni primaverili, come si sviluppa la reazione allergica e quali strategie possiamo adottare per ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita.
I principali allergeni primaverili
Durante la primavera, il risveglio della natura porta con sé una maggiore concentrazione di sostanze allergeniche nell’aria. Questi allergeni possono avere origine vegetale, animale o ambientale. Ecco quelli più comuni:
Pollini di alberi, graminacee ed erbe infestanti
I pollini sono i principali responsabili delle allergie primaverili. Quando vengono rilasciati nell’aria dalle piante per la riproduzione, possono essere inalati e scatenare una reazione immunitaria nei soggetti sensibili. I pollini più allergenici in Italia appartengono a:
- Alberi come betulla, cipresso, ontano, nocciolo e platano. In genere, rilasciano pollini tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
- Graminacee, come loietto, avena e orzo selvatico, molto diffuse nei campi e nei giardini. Il loro picco allergenico si registra tra aprile e giugno.
- Erbe infestanti, come parietaria, ambrosia e assenzio, che prolungano la stagione allergica fino all’estate inoltrata.
Spore di muffe
Anche se spesso trascurate, le muffe rappresentano un allergene significativo durante la primavera. Le spore si sviluppano con l’umidità, in ambienti sia interni (cantine, bagni) sia esterni (giardini, parchi). Sono invisibili a occhio nudo ma possono causare irritazioni alle vie respiratorie, simili a quelle dei pollini.
Polveri e acari
Con la bella stagione si tende ad aprire più spesso le finestre, favorendo l’ingresso di polvere e pollini in casa. Gli acari della polvere, che vivono nei materassi, cuscini e tessuti, possono mescolarsi a questi agenti esterni e aggravare la risposta allergica. La combinazione di allergeni primaverili e ambienti domestici poco ventilati o polverosi può diventare un vero problema per chi è già sensibile.
Come si sviluppa la reazione allergica
Il nostro sistema immunitario è progettato per difenderci da agenti patogeni. Tuttavia, in alcune persone reagisce in modo esagerato a sostanze normalmente innocue, come i pollini o le spore. Questo fenomeno prende il nome di ipersensibilità allergica.
Il ruolo del sistema immunitario
Quando un allergene entra nel corpo (solitamente attraverso il naso o gli occhi), il sistema immunitario lo scambia per un nemico. Come reazione, rilascia istamina e altre sostanze chimiche che causano l’infiammazione dei tessuti e i sintomi tipici: prurito, starnuti, congestione nasale e lacrimazione.
Tipologie di reazioni allergiche
Le allergie primaverili possono manifestarsi in forme diverse:
- Rinite allergica: il sintomo più comune, caratterizzato da naso che cola, prurito nasale, starnuti frequenti e difficoltà respiratorie.
- Congiuntivite allergica: occhi rossi, pruriginosi e lacrimanti. Spesso si presenta insieme alla rinite.
- Asma allergico: nei casi più gravi, gli allergeni possono innescare una risposta nelle vie aeree inferiori, causando tosse, respiro sibilante e senso di oppressione toracica.
Fattori di rischio e predisposizione genetica
Le allergie possono essere ereditarie: se uno o entrambi i genitori sono allergici, aumenta il rischio per i figli. Anche fattori ambientali giocano un ruolo: vivere in zone molto inquinate o con elevata esposizione ai pollini può anticipare o peggiorare l’insorgenza dei sintomi.
Prevenire l’allergia significa anche conoscere i propri punti deboli. Esistono test allergologici (cutanei o ematici) che permettono di identificare con precisione le sostanze scatenanti. In base ai risultati, lo specialista può consigliare un trattamento personalizzato: dai farmaci antistaminici, ai cortisonici, fino all’immunoterapia specifica.
Conclusione
Le allergie primaverili non vanno sottovalutate. Anche se non sono pericolose per la vita, possono compromettere in modo significativo il benessere quotidiano. Fortunatamente, conoscere gli allergeni, riconoscere i sintomi e adottare misure preventive può fare la differenza.
Evitare l’esposizione ai pollini durante le ore più calde, tenere chiuse le finestre in giornate ventose, utilizzare filtri antipolline in auto e arieggiare correttamente gli ambienti sono piccoli accorgimenti che aiutano a vivere meglio la stagione. Come sempre, una diagnosi corretta e il supporto del medico allergologo restano il miglior punto di partenza per affrontare la primavera a testa alta e… naso libero.
FAQs
- Quando inizia la stagione dei pollini?
Dipende dalla zona geografica e dalle piante predominanti. In Italia, può iniziare già a febbraio (alberi) e proseguire fino a luglio (graminacee ed erbe infestanti). - Quali sono gli allergeni più diffusi in Italia?
I principali sono i pollini di graminacee, betulla, parietaria e cipresso. A livello ambientale, spore di muffa e acari completano il quadro. - Esistono test per sapere a cosa si è allergici?
Sì, i più utilizzati sono il prick test (cutaneo) e il dosaggio delle IgE specifiche tramite analisi del sangue. Sono indolori e danno risultati affidabili. - Come distinguere un’allergia da un raffreddore?
Il raffreddore è causato da un virus e dura pochi giorni, mentre l’allergia può persistere per settimane. Inoltre, la febbre è assente nell’allergia, mentre è frequente nel raffreddore.