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Stabilimenti sul mare: ecco dove si trovano le saline in Italia

Le saline sono stabilimenti utilizzati per l’estrazione del sale dall’acqua marina, generalmente costruiti in aree pianeggianti, a poca distanza dal mare. Qui ci sono, infatti, le condizioni ideali perché avvenga la stagnazione delle acque che porta alla produzione del sale. A un primo colpo d’occhio, le saline si presentano in maniera simile le une alle altre con una distesa apparentemente infinita di acqua stagnante, spesso baciata dai raggi del sole. In Italia esistono numerose saline. Andiamo a scoprirne alcune.

Dove si trovano le saline in Italia

Il nostro Paese conta numerose saline, spesso meta di viaggiatori e curiosi. In effetti, visitare una salina è un’esperienza al di fuori dalla norma, che permette anche di saperne di più sulle varie fasi di lavorazione necessarie a produrre il sale, che tutti utilizzano su base regolare, spesso senza chiedersi come abbia fatto ad arrivare sino alle loro tavole. Le saline di cui andremo a parlare a breve sorgono tutte in aree molto belle dal punto di vista naturalistico, che a volte si trovano in vere e proprie riserve naturalistiche, dove gli appassionati di birdwatching possono unire alla visita alle saline la possibilità di ammirare gli uccelli della zona.

4 saline italiane ancora attive

La salina di Cervia, in provincia di Ravenna, si trova all’interno del Parco del Delta del Po, un’area naturale utilizzata da anni per il ripopolamento di varie specie vegetali e animali. Essa è la salina più a Nord del nostro Paese ed è composta da un canale di più di 16 chilometri che si snoda fra oltre 50 bacini. Queste acque sono caratterizzate da un’elevata concentrazione di cloruro di sodio purissimo mentre scarseggiano in altre tipologie di cloruro, solitamente più amare. Ecco perché il sale che viene prodotto in questa salina è definito “dolce”. Esso è, inoltre, un sale marino integrale, ovvero che non viene sottoposto ad alcun trattamento artificiale.

Scendendo in Puglia troviamo la salina di Margherita di Savoia (BT), la più grande d’Italia. Qui vengono prodotti ogni anno circa 6 milioni di quintali di sale con delle caratteristiche precise: un odore pungente e un colore che è di un bianco smagliante. Quest’area ospita numerose specie vegetali e animali e per questo è considerata zona umida d’importanza internazionale.

Altre saline degne di nota sono quelle di Trapani, all’estremo ovest della Sicilia. Queste sono saline a conduzione tradizionale in cui il “curatolo”, ovvero la persona che si occupa delle varie fasi di lavorazione, ha un ruolo molto importante. Il sale che viene prodotto qui non è sottoposto ad alcuna lavorazione tranne che a quella della molitura a rulli. Il tipo di sale per cui queste saline sono più note è quello di superficie, che viene raccolto, come s’intuisce dal nome, direttamente dalla superficie delle acque, tramite dei retini.

Un’altra isola, altre saline. In Sardegna, infatti, si trovano le saline di Sant’Antioco (SU), con una superficie che misura circa 20 chilometri. Il punto di forza di queste saline è il sale integrale, caratterizzato da un colore bianco-avorio arricchito da sfumature grigio-azzurro. Anche questo sito ha uno spiccato interesse naturalistico grazie alla presenza di rocce vulcaniche e pietre calcaree che vanno a integrare un ambiente già interessante per via della vegetazione che vi è presente.

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