Il 21 luglio 2025 resterà negli annali come il giorno in cui una piattaforma di contenuti per adulti ha scatenato un terremoto geopolitico. La Cina ha definitivamente messo al bando OnlyFans ed è decisamente di più di una semplice crociata moralizzatrice.
La mossa di Pechino che ha cambiato tutto
“Spazzatura occidentale immorale e corrotta”. Non sono parole scelte a caso quelle usate dal Partito Comunista per giustificare il ban. Dopo mesi di tolleranza tra fine 2024 e inizio 2025, Xi Jinping ha deciso di alzare nuovamente le barriere. Ma stavolta la posta in gioco è diversa: non si tratta solo di proteggere i cittadini cinesi da contenuti ritenuti inappropriati, ma di lanciare un messaggio al mondo intero.
Secondo il Governo cinese, OnlyFans è il simbolo di tutto ciò che non va nell’Occidente del ventunesimo secolo. Una società che ha perduto la propria stella polare etica, dove il capitalismo estremo trasforma in merce qualsiasi cosa, compresa la dimensione più intima dell’esperienza umana. L’addetto stampa del Ministero della Cultura ha chiarito senza mezzi termini: «Il diritto all’espressione non deve minare la coesione della comunità nazionale».
Occidente e Cina: due mondi che non si capiscono
Attraversando l’oceano, però, la prospettiva si capovolge. Gli imprenditori della Bay Area vedono in OnlyFans una forma di emancipazione digitale: i content creator possono finalmente bypassare i vecchi gatekeepers e costruirsi un impero personale senza dover rendere conto a nessuno. È l’apoteosi di una forma di capitalismo, rigorosamente digitale, che consente a chiunque lo desideri di diventare imprenditore di se stesso.
Due narrazioni agli antipodi della stessa realtà. Per i paesi occidentali come America e Italia, dove i principi di democrazia e la libertà affiorano soprattutto in questi settori, ogni transazione sulla piattaforma è un atto di libertà, per questo, nel nostro paese le ragazze italiane su Onlyfans continuano ad utilizzare la piattaforma senza sosta, dando proseguo ad un principio di libertà fondamentale per i paesi occidentali e democratici. Per i cinesi, è la prova che l’Occidente ha sacrificato la dignità umana sull’altare del profitto. Non c’è spazio per compromessi quando le visioni del mondo sono così distanti.
Onlyfans: Il Grande Firewall diventa arma geopolitica
L’embargo tecnologico su OnlyFans si inserisce in un progetto di controllo più articolato. Le multinazionali del web – Meta, X, Google – sono tutte interdette dal suolo cinese. Stavolta però il quadro è inedito: mentre i social network mainstream beneficiavano di cloni domestici (WeChat, Weibo, Baidu), OnlyFans si ritrova senza concorrenti effettivi, quantomeno non nel mercato regolamentato.
Ed è proprio questo il punto. Xi Jinping punta a dimostrare che rinunciare al modello occidentale sipuò. Ogni app bloccata diventa un tassello della narrazione: “Guardate, si può vivere benissimo senza sottostare al dominio culturale americano.”
Quando i diplomatici parlano di porno
L’attività dei server cinesi non resta confinato alla rete. Nelle cancellerie di mezzo mondo, il caso OnlyFans è diventato materiale da briefing diplomatico. Washington ci vede l’ennesima prova dell’autoritarismo digitale cinese – perfetta per convincere gli alleati europei sui pericoli del “modello Pechino”.
I vertici del Partito Comunista ribaltano il discorso: dimostrano ai paesi del Sud del mondo che si può dire no all’egemonia culturale di Silicon Valley. Il messaggio apre una nuova strada, e fa da esempio, a tutti quei governi ai quali i social, in qualche modo, impongono standard e culture occidentali
Russia, Iran e Corea del Nord, così come i cinesi, non censurano: proteggono. Non “controllano: difendono la propria identità.
Il mercato nero che imbarazza il regime
Ma c’è un problema che Pechino non aveva previsto. Quando si dice: “fatta la legge, trovato l’inganno”. Proxy e VPN consentono l’accesso alla piattaforma a circa 15 milioni di cinesi. Un’economia sommersa digitale che genera centinaia di milioni di dollari e che il governo fatica a controllare.
I picchi si registrano nelle ore serali (300%), quando la sorveglianza si allenta. Ogni connessione clandestina diventa un piccolo atto di ribellione. Il paradosso è evidente: più il regime reprime, più alimenta il fascino del proibito. Una piattaforma pornografica si trasforma involontariamente in simbolo di resistenza.
Due internet, due mondi
La vicenda OnlyFans ha squarciato il velo su una realtà che fa tremare i potenti: il pianeta si sta spaccando in due web inconciliabili. Non parliamo più di semplici blocchi o filtri, ma di uno scontro che va al cuore della questione: quale visione del mondo umano vogliamo costruire per il futuro.
Da una parte l’Occidente, che punta tutto sulla libertà individuale anche quando sconfina nella mercificazione dell’intimità. Dall’altra l’Oriente, che difende la morale collettiva anche a costo di soffocare l’espressione personale.
Tra questi due estremi, miliardi di persone navigano ogni giorno scegliendo da che parte stare con ogni clic. E OnlyFans costituisce per lor ben di più di una piattaforma per adulti.
La guerra è appena iniziata
Chi l’avrebbe mai detto che la geopolitica del 2025 si sarebbe giocata anche sui server di una piattaforma porno? Eppure è esattamente quello che sta succedendo. Un conflitto cibernetico dove ogni contenuto rimosso, ogni software di aggiramento installato, ogni euro digitale trasferito rappresenta un tassello nel mosaico del futuro umano. La vera partita si gioca su un terreno molto più profondo: determinare se i decenni a venire saranno plasmati dall’ethos occidentale dell’emancipazione individuale o dalla saggezza orientale dell’unità collettiva.
E mentre i politici si scambiano accuse e i diplomatici tessono strategie, milioni di utenti continuano a navigare in questo nuovo mondo digitale diviso, scegliendo ogni giorno quale internet preferiscono.