Escape Room: recensione del thriller horror più enigmatico del 2019

di | 5 Apr 2019

Escape Room è la nuova pellicola cinematografica di azione, thriller, horror distribuita da Sony Pictures/Warner Bros Italia, diretto da Adam Robitel, sotto la guida dei produttori della celebre saga Fast and Furious Ori Marmur e Neal H. Moritz.

Trama del film Escape Room

L’enigmatica trama di Escape Room, basato sulle modalità di gioco delle stanze omonime, si concentra sulla storia dei personaggi protagonisti: la studentessa di fisica Zoey, il magazziniere Ben, la veterana di guerra Amanda, il camionista Mike, il daytrader Jason e l’appassionato di escape room Danny. All’interno di una moderna Chicago, Illinois, i ‘giocatori’ scelti tramite un invito privo di mittente vengono invitati a recarsi all’indirizzo della sede di svolgimento del gaming, attratti dalla posta in palio di 10 mila dollari per il vincitore in grado di risolvere l’enigma trovando la via d’uscita.

Trovandosi all’interno della prima stanza, creduta inizialmente una semplice sala d’attesa, i giocatori innescano involontariamente la prima trappola a riscaldamento cercando di sfuggire alla morsa del caldo di quello che appare come un vero e proprio ‘dolce-forno’ in dimensioni reali. La prima corsa verso l’individualizzazione della via di fuga trae in salvo tutti i partecipanti arrivando alla seconda stanza dall’aspetto del tutto simile ad una baita di montagna. La porta della casa di montagna presente una combinazione a sette lettere da risolvere, portando successivamente i giocatori all’esterno alle prese con una sensibile riduzione della temperatura al di sotto dello zero e la disponibilità di una sola giacca da condividere a turno.

All’interno della nuova ricerca riaffiorano diversi ricordi del passato dei protagonisti, comprese discussioni e polemiche dovute alla consapevolezza della pericolosità del gioco in cui si sono addentrati. La presenza della lastra di ghiaccio esterna porta alla perdita del primo giocatore scuotendo l’animo dei protagonisti, spingendoli alla ricerca di una chiave attraverso la quale giungere alla terza escape room. I cinque sopravvissuti si affacciano alla terza stanza da biliardo capovolta negli arredi caratterizzata dalla musica “Downtown”, comprendendo di trovarsi all’interno di un puzzle gigante mobile sotto il crollo di porzioni di pavimento nel vuoto.

Nella drammaticità degli eventi un altro giocatore si sacrifica per la sopravvivenza della squadra che riesce ad accedere alla quarta escape room. I quattro protagonisti rimasti approdano all’interno di un ospedale arrivando a comprendere le motivazioni alla base dell’invito ricevuto in qualità di unici superstiti in diversi eventi-tragedie. Superati i nuovi enigmi accedono al percorso successivo solamente due giocatori, scontrandosi tra loro per cercare di conquistare la vittoria. In direzione del termine del gaming l’unico apparente superstite viene salvato dallo scontro con un organizzatore dell’escape room dalla ragazza rimasta bloccata all’interno della stanza precedente.

Il termine dell’enigmatico thriller psicologico lascia infine una porta aperta ad una possible seconda pellicola, conquistando alcune critiche in direzione degli indovinelli proposti all’interno delle varie stanze, discostandosi dall’horror splatter che ci si sarebbe potuti aspettare. Complessivamente Escape Room integra un mix di azione e prevedibilità, senza deludere eccessivamente le aspettative dello spettatore.