Correzione bozze: quali sono le prospettive di guadagno?

di | 4 Mag 2022

Il correttore di bozze è una delle figure più richieste nel campo dei servizi editoriali tradizionali e online. Il lavoro consiste nell’identificazione e nella correzione degli errori all’interno di manoscritti e testi, come refusi, sbagli di ortografia e imprecisioni. In generale, il correttore di bozze è colui che si occupa della revisione dei testi prima che vengano pubblicati.

Questo lavoro richiede una conoscenza profonda e completa della lingua, una predisposizione all’accuratezza e all’attenzione ai dettagli, inoltre bisogna essere consapevoli delle regole formali e non del mondo dell’editoria. Oggi la correzione delle bozze avviene sia in ambito giornalistico che editoriale, sia nel mondo dell’editoria e della comunicazione online, un’attività che spesso è svolta direttamente da editor e redattori.

Il guadagno dipende innanzitutto da come viene svolta l’attività lavorativa, ovvero come dipendente di un’azienda, collaboratore esterno o freelance in modo completamente autonomo. Nel primo caso bisogna considerare gli stipendi previsti dai contratti nazionali, altrimenti per i liberi professionisti una tariffa che può andare da 2 a 10-12 euro a cartella (una cartella corrisponde a 1.800 battute spazi compresi).

Come svolgere la professione di correttore di bozze da freelance

Nella maggior parte dei casi i correttori di bozze esercitano l’attività come freelance, ovvero liberi professionisti che lavorano per committenti diversi.

In questo caso, è obbligatorio dotarsi della Partita IVA, un adempimento necessario per essere in regola con le leggi italiane, con la possibilità di rivolgersi al servizio di consulenza fiscale Fiscozen. Si tratta di una soluzione low cost per aprire e gestire la partita IVA in modo semplice e accessibile, usufruendo di servizi tutto incluso per il regime forfettario e quello semplificato.

Se l’attività all’inizio non è continuativa e non riguarda servizi che vengono già erogati in modo professionale, invece, inizialmente è possibile anche ricorrere alle prestazioni occasionali, un modo per verificare se il business funziona ed è possibile costruire un percorso professionale. Questa soluzione presenta alcuni vantaggi ma rimane fortemente limitante, soprattutto quando si vuole investire nella propria carriera. In queste circostanze, oppure quando i requisiti dell’attività lo impongono, è necessario e preferibile aprire la partita IVA.

Il correttore di bozze può scegliere tra il regime forfettario e il regime ordinario. In genere, per un professionista alla prima esperienza, oppure un correttore di bozze che ottiene un guadagno contenuto, l’opzione indicata è il regime forfettario. Questo sistema offre numerosi benefici per un freelance, tra cui franchigia IVA e delle aliquote di imposta molto basse, con agevolazioni in termini di semplificazione e riduzione dei costi da sostenere.

Come spiegato su www.fiscozen.it, il regime convenzionale, invece, è quello ordinario, con una tassazione Irpef a partire dal 23%, maggiori adempimenti da realizzare e l’applicazione dell’IVA, indicato per chi fattura oltre 65 mila euro l’anno.

Il regime ordinario presenta sia degli svantaggi che dei vantaggi, infatti permette di scaricare i costi sostenuti dal professionista, basta che siano relativi allo svolgimento dell’attività e documentati, come l’acquisto del notebook o del pc desktop.

I vantaggi del regime forfettario per chi inizia l’attività di correttore di bozze

Iniziare a lavorare come correttore di bozze freelance significa cominciare a guadagnare la tariffa minima, la quale come si è visto può partire da 2 euro a cartella.

Con il tempo e l’esperienza è possibile arrivare a 5-7 euro a cartella, mentre i professionisti più qualificati e con maggiore esperienza possono chiedere anche 10-12 euro a cartella o più. Come tutte le attività professionali, anche il correttore di bozze è una carriera che migliora nel tempo in base all’aumento delle proprie capacità.

Per questo, la soluzione migliore per regolarizzare la propria posizione è il regime forfettario. Innanzitutto, per i primi 5 anni si paga un’aliquota agevolata del 5%, passando dal sesto anno al 15% contro una tassazione minima del 23% per il regime ordinario.

Inoltre, i costi sono determinati in modo forfettario in base al codice ATECO, considerando il proprio coefficiente di redditività specifico. È anche possibile offrire tariffe più competitive grazie alla franchigia IVA, per trovare più facilmente i primi clienti quando ancora non si possiede una posizione consolidata.

Oggi, per agevolare la gestione della partita IVA è possibile avvalersi di piattaforme di consulenza fiscale online, una soluzione ottimale per risparmiare tempo e ottimizzare le spese mensili per concentrarsi sulla crescita della propria attività.

La correzione di bozze può rappresentare l’occupazione principale o un secondo lavoro, con la possibilità di gestire il proprio tempo e la carriera a seconda delle proprie esigenze personali, soluzioni entrambe che possono essere gestite nella piena legalità attraverso il regime forfettario.