Il mondo delle pensioni è sempre in continua evoluzione e rivoluzione. L’ultima novità delle pensioni è l’Ape volontaria, acronimo di Anticipo Pensionistico. Si tratta della possibilità per alcuni contribuenti di andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima della data utile per la pensione.
L’Ape volontaria è diversa dall’Ape social, che spetta invece ad alcune categorie di lavoratori che abbiano svolto lavori usuranti.
Il Governo stima che fino a 300mila persone potrebbero chiedere l’Ape volontaria nel 2017, e fino a 115mila nel 2018. Ma di che si tratta? L’Ape volontaria consiste in un prestito erogato da banche e assicurazioni che permette di andare in pensione prima, ma rinunciando ad una parte dell’assegno pensionistico quando verrà raggiunta l’età pensionabile. In poche parole, il richiedente dell’Ape volontaria fa richiesta ad una delle banche convenzionate di un prestito di 12 mensilità, garantito dalla pensione di vecchiaia, e ottiene un assegno mensile che fa ‘da ponte’ per l’uscita dal mondo del lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima della data che sarebbe quella necessaria per il raggiungimento della pensione. Il soggetto che fa richiesta di Ape volontaria può accedere ad una lista di assicurazioni ed istituti bancari che aderiscono all’iniziativa, e può quindi richiedere online il prestito. La rata sulla pensione netta futura che chi aderisce all’Ape volontaria dovrà pagare va da un 2% minimo al 5,5% annuo massimo.
Chi può ricevere l’Ape volontaria?
Questo istituto, che avrà il via in via sperimentale ad ottobre, è rivolto a tutte le persone nate fino al 1954, che abbiano compiuto 63 anni di età, e che siano a 3 anni e 7 mesi minimo di distanza dalla pensione di vecchiaia; inoltre devono aver versato 20 anni di contributi.
L’Ape volontaria può essere richiesta sia dai dipendenti privati che da quelli pubblici, ed anche dai lavoratori iscritti alla gestione separata. Non possono accedere a questo istituto i liberi professionisti che siano iscritti alle Casse di previdenza private.
L’Ape volontaria viene erogata in rate mensili. Quando si raggiunge l’età pensionistica, l’INPS eroga la pensione normale, ma senza quella rata di ammortamento che consiste nella restituzione del capitale dell’Ape, inclusi anche interessi e assicurazioni. Dopo 20 anni dal pensionamento la pensione tornerà ad essere completa; se il pensionato muore prima di aver pagato tutto il prestito, allora esso verrà ripagato dall’assicurazione.
La reversibilità della pensione viene erogata senza alcuna decurtazione ai superstiti.
Per ora l’Ape volontaria è un progetto pensionistico, che è al via in fase di sperimentazione.