Sindrome di Osgood-Schlatter: cos’è e cosa comporta?

di | 8 Feb 2019

Scientificamente conosciuta come apofisite tibiale anteriore, si tratta di una sindrome dolorosa che colpisce bambini e giovani atleti di età  compresa tra i 10 e i 13 anni. Questa sindrome si sviluppa soprattutto in quei bambini o ragazzini che hanno avuto uno sviluppo particolarmente veloce, difatti la crescita rapida comporta un sovraccarico difficile da sopportare per le cartilagini, causando come spiacevole conseguenza microfratture del nucleo osseo apofisario.

Di che cosa si tratta?

È una malattia dall’esordio graduale che comincia a manifestarsi con dolore e gonfiore nella parte anteriore del ginocchio. In un momento successivo questa affezione porterà  ad una camminata zoppicante, proprio a causa del dolore e dell’infiammazione. I problemi di deambulazione si risolveranno al termine dello sviluppo.  Presentano maggiore rischio di insorgenza della patologia i maschi rispetto alle femmine e coloro che svolgono un’attività sportiva che sollecita le ginocchia rispetto agli altri. In realtà si tratta di un disturbo benigno, non particolarmente pericoloso, tuttavia capita che i genitori  si preoccupino di eventuali conseguenze in età adulta. La sindrome pur essendo fastidiosa non è esageratamente limitante nel compimento dei movimenti. Trattandosi di un affezione che va incontro a guarigione spontanea  non deve destare particolare preoccupazione. Intorno ai 18 anni, o comunque al momento del termine della crescita, non dovrebbero più esserci problemi e dovrebbe aversi una risoluzione spontanea della patologia. Gli esperti affermano che questa affezione non comporta conseguenze in età adulta, né tantomeno favorisce l’insorgenza di altre problematiche a livello delle cartilagini e dell’osso.

I sintomi

Il sintomo più evidente è rappresentato da dolore e gonfiore nella parte anteriore del ginocchio, che porta alla formazione di una protuberanza di circa 2 cm in prossimità dell’articolazione. Si possono formare calcinazioni intra-tendinee e – sintomo molto raro per la verità – c’è il rischio di distacco della tuberosità tibiale. Frequente invece la rigidità dei tessuti muscolari circostanti. Ovviamente il dolore tenderà ad aumentare se si effettuano delle sollecitazioni e diminuirà o scomparirà con il riposo.

Come trattarla

Sarà utile ricorrere ad una terapia sintomatologica con farmaci antidolorifici per aiutare il paziente  a sopportare il dolore causato dall’ affezione. Sarà necessario interrompere lo svolgimento di un eventuale attività sportiva che solleciti le ginocchia o comunque ridurla negli altri casi,  questo per non comportare un peggioramento dei problemi attuali. Quindi, se si tratta di sport che non causano un sovraccarico eccessivo sul ginocchio e sulla rotula c’è il via libera, negli altri casi è preferibile sospendere fino a guarigione avvenuta ed optare – magari temporaneamente – per altre tipologie di attività fisica meno sollecitanti

come il nuoto, che risulta avere anche un effetto benefico nei confronti dell’ articolazione. Utilissimo, poi, procedere a pratiche di stretching che interessino soprattutto i muscoli posteriori delle gambe. Se il dolore è particolarmente acuto si può intervenire con crioterapia, magnetoterapia e ultrasuoni. Potrà inoltre essere utilizzata una ginocchiera col fine di immobilizzare l’articolazione. E’ utile anche l’uso di solette e scarpe apposite volte ad attutire l’impatto della camminata sul terreno per le articolazioni.

Come si è visto nulla di particolarmente grave, caratterizzato da una risoluzione spontanea ed un’evoluzione assolutamente benigna.