Libero professionista a Partita Iva e Ditta Individuale, quali sono le differenze?

di | 17 Dic 2022

Avete mai pensato di mettervi in proprio perché stanchi della vita da dipendenti? Beh, il lavoro da autonomo è un’opzione più che valida al giorno d’oggi, soprattutto se si è dotati di voglia di mettersi in gioco e intraprendenza. Vediamo insieme in che modo è possibile lavorare in autonomia.

Che cos’è il lavoro autonomo a Partita Iva?

I lavoratori autonomi sono coloro che non si legano a nessun contratto lavorativo da dipendente, ma offrono le proprie competenze ai clienti che li pagano per il singolo servizio in un determinato arco temporale. Solitamente, ci si riferisce ad un lavoratore autonomo con il termine di “libero professionista”.

Un lavoratore autonomo è libero di offrire il proprio lavoro a chi desidera, anche a diversi clienti contemporaneamente, senza dover sottostare alle decisioni di un ‘’capo’’ o comunque di qualcun altro al di là di sé stesso.

Cos’è la Partita Iva?

La Partita Iva è un numero identificativo, assegnato dall’Agenzia delle Entrate, di una persona fisica o un’azienda al fine di esercitare una determinata attività commerciale, e che permette di essere in regola con le tasse e poter scaricare i costi, tranne in alcuni scenari particolari.

Aprire la Partita Iva non è difficile da aprire, ma, nonostante questo, è sempre meglio farsi aiutare da un commercialista, in modo da evitare qualsiasi tipo di errore ma anche per poter capire quale settore è il più adatto alla tipologia di attività che si vuole scegliere e, di conseguenza, poter capire quale sia il corretto regime fiscale di appartenenza.

Per maggiori informazioni sull’apertura della Partita Iva, vi consigliamo di visitare questa pagina.

Cos’è la Ditta Individuale?

Se avete intenzione di lavorare come artigiani o commercianti in modo autonomo, l’apertura di una ditta individuale è l’opzione perfetta per voi, in quanto si tratta di una tipologia di società tra le più semplici ed economiche da gestire e che prevede un unico titolare.

Dal punto di vista economico, aprire una ditta individuale significa iscriversi alla Camera di Commercio e pagare 50 euro di pratiche di apertura e 50 euro di bolli + iva.

Inoltre, l’attività che si vuole svolgere, per essere motivo di apertura di una ditta individuale, deve necessariamente essere professionale, sistematica e non sporadica.

Per approfondire il tema dell’apertura di una Ditta Individuale, vi consigliamo di seguire questo link.

Le differenze tra libero professionista e Ditta Individuale

La prima differenza sostanziale tra la libero professionista a Partita Iva e la ditta individuale sta nella finalità del lavoro svolto, in quanto, nel caso della Partita Iva si tratta di una prestazione intellettuale, mentre nel caso della ditta individuale si tratta della vendita di beni e servizi.

Nello specifico, un libero professionista è di solito iscritto ad un Ordine o Albo professionale, come ad esempio avvocati o notai. Mentre chi apre una ditta individuale è un commerciante che ha l’obbligo di iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.

Un’altra differenza riguarda il regime fiscale e di contabilità. Per i liberi professionisti con Partita Iva le tasse si basano sui costi e i compensi percepiti in un determinato periodo d’imposta secondo il principio di cassa, che si basa solo sui compensi davvero incassati.

Le aziende individuali, invece, sono tassate sul reddito imponibile annuale e il principio che si segue è quello di competenza, quindi i costi e le tasse vengono dedotte dai ricavi di competenza, senza considerare le date di incasso.

Infine, un’altra differenza riguarda il versamento dei contributi. Per il lavoratore autonomo la Partita Iva è necessario iscriversi alla Cassa di appartenenza del professionista versando il 25,72% sul reddito imponibile o iscriversi alla gestione separata INPS versando un contributo calcolato sull’utile percepito. Per le ditte individuali, invece, è necessario iscriversi alla Gestione IVS per Artigiani e Commercianti e versare un contributo fisso sul reddito minimale.