Come aprire un Bed and Brekfast in Italia

di | 12 Ott 2018

In Italia il lavoro scarseggia, eppure in qualche modo alla fine dobbiamo arrangiarci. Il turismo fa del nostro paese la punta di diamante della sua economia. E allora perché non approfittare della nostra penisola per ospitare turisti in casa e magari arrotondare lo stipendio? O perché no, se in futuro la nostra nuova attività si rivelerà imprenditoriale addirittura fare di esso la nostra unica fonte di profitto aprendo addirittura una partita IVA? Bene, ti mostrerò alcuni punti da seguire per aprire un bed and breakfast.

Bed and Breakfast senza partita IVA

E’ sottinteso, ma utile chiarire, che nell’esercizio di un b&b i proprietari mettano a disposizione degli ospiti alcune porzioni della casa privata offrendo un servizio di alloggio e prima colazione da distribuire ad numero limitato di posti. E’ quindi opportuno per non trasgredire le normative regionali prendere consulto delle più recenti disposizione in materia spesso in antitesi con quelle nazionali. Ogni regione per tanto avrà uno stato a sé stante.

Ciò detto, l’attività di  b&b può avvenire senza necessariamente aprire la Partita Iva,  in maniera detta anche “non imprenditoriale”, solamente quando l’attività viene svolta saltuariamente, con una condotta occasionale e quindi non continuativa, senza che si prospetti una vera e propria attività professionale. Non occorre quindi alcun tipo di comunicazione, neppure l’iscrizione presso le odiose Agenzie delle Entrate ed annessa Camera di Commercio.

Quali criteri bisogna rispettare per non aprire una partita IVA?

Affinché l’attività di b&b venga considerata un’attività di lavoro occasionale, quindi non continuativa, è necessario che porti al rispetto alcuni parametri. Vediamo insieme di cosa parliamo:

  • Affitto occasionale e non coatto delle stanze;
  • Essere titolare di altre attività che ci permettano di percepire un reddito (lavoro dipendente, attività professionale, etc.);
  • Destinazione degli spazi principalmente alle esigenze abitative del titolare o dei suoi familiari e non puntate sugli ospiti;
  • L’adoperare figure familiari per erogare servizi agli ospiti (pulizie, colazioni, rifacimento dei letti etc.);
  • Nessuna o minima offerta di servizi aggiuntivi;
  • Nessuna o minima pubblicità periodica e ricorrente.

Naturalmente ogni caso è specifico ed andrebbe analizzato singolarmente. Successivamente sarà poi l’Agenzia dell’Entrate a valutare l’attività da noi svolta, sulla base di questi o altri punti da loro approvati, che se seguiti non faranno sorgere l’obbligo di essere costretti ad aprire una partita IVA.

In che modo vengono catalogati i proventi dell’attività di b&b senza partita IVA?

I guadagni derivanti dallo svolgimento di un’attività di b&b in maniera occasionale e non continuativa vengono qualificati nella voce redditi diversi e saranno dati dalla differenza tra i proventi realizzati e le spese da noi sostenute documentate. Quindi spese alimentari e di gestione del nostro immobile.

Di quali adempimenti fiscali un b&b senza partita IVA deve impegnarsi?

Da un punto di vista prettamente fiscale, esautorati i presupposti per poter catalogare l’attività di bed e breakfast non come una attività discontinua ma come un’attività imprenditoriale e quindi con obbligo di partita IVA, gli unici punti da rispettare sono:

  • il rilascio di una ricevuta, adoperando una marca da bollo da 2 € sull’originale soltanto se l’importo percepito superi i 77,47 €;
  • la custodia della documentazione attestante le spese inerenti l’attività;
  • il riportare, sul quadro RL della dichiarazione dei redditi, del reddito percepito netto. Ovviamente al netto degli importi percepiti e quindi tolti i costi.

Da ricordare che il reddito da noi ottenuto sarà soggetto a tassazione IRPEF.